PAOLO BIELLI “IL PUGILE ARTISTA” Maria Arcidiacono
CRITICA - settembre 27, 2012 - 0 Comments
Paolo Bielli IL PUGILE ARTISTA
Dalle incisioni all’utilizzo delle resine, dai famosi coltelli al ritorno alla pittura: il percorso artistico di Paolo Bielli si dipana attraverso l’uso di tecniche diverse che dimostrano le sue potenzialità espressive e gli consentono di toccare e approfondire liberamente i temi a lui cari. L’erotismo, lo sguardo nostalgico al passato, la poesia degli oggetti che appartengono al quotidiano, tutto ciò che contribuisce a rendere sintesi visiva i conflitti, il senso di costrizione e di solitudine dell’uomo e dell’artista trova spazio nei suoi lavori, dove l’input casuale cede il passo alla narrazione. I supporti tessili, vecchi scampoli o biancheria, diventano il terreno sul quale Bielli presenta gli attori del suo personale palcoscenico; ma è l’artista stesso, nel ruolo di capocomico, a sviscerare tutto il contenuto di un perenne scontro dialettico. Nei suoi pugili, spesso a riposo, come la celebre scultura bronzea tardo ellenistica del I secolo a.C., ritroviamo l’artista che cerca la vittoria nel claustrofobico ring del sistema dell’arte, dove donne-manager-amanti, sempre più aggressive e volitive, sembrano avere la meglio. Ma la figura femminile forte e indipendente è guida autorevole e seducente, non solo tiranna, e il pugile-artista sa che dovrà muoversi con intelligenza e creatività senza abbassare la guardia. Dal sangue delle lame a quello dello scontro fisico disciplinato da regole: dalla sensualità di un oggetto alla portata di tutti ai guantoni con i quali sferrare colpi o attraverso i quali proteggersi, Bielli racconta la solitudine dell’artista, in grado di misurarsi utilizzando fino in fondo le proprie forze. Davide alle prese con Golia, una sfida che contrappone la staticità di un sistema autoreferenziale alla ricerca espressiva in grado di captare gli umori sociali o più semplicemente di rappresentare le pieghe intime del privato senza tradire se stessa.
MARIA ARCIDIACONO