PAOLO BIELLI – MONDRIAN SUITE – FRANCO DI MATTEO (MAC MAC)
CRITICA - giugno 12, 2015 - 0 Comments
Non poteva che succedere alla Mondrian suite; già il titolo “Violet” esemplificava l’ambiguità di un colore presente in natura, ma da poco sdoganato in ambito percettivo e contenutistico. Il mutistrato liguistico e logistico messo in “camp” comprendeva una movimentazione dall’esterno all’interno della suite Mondrian, con una fluida street-art su un muro di Casalbertone, per definire un colore derivante da un surrogato tra il celeste-maschio e il rosa-femmina. La gamma delle varianti è ovviamente estesa, ma almeno 30 erano le sfumature di vuola dei bollini posizionati in cerchio sul pavimento della galleria da Paolo Bielli, a conclusione di un’intensa stagione espositiva. Con “Violet”, Paolo Bielli, ha superato un’altra tappa rispetto alla mostra personale “L’indiano e la fata” alla galleria Minima; li si partiva da una riflessione sui pupazzi dell’infanzia, qui dai fumetti adolescenziali. La tensione, alta tensione; dato che il colore emblema dei pataloncini della di lei-pugile erano rosa e quelli di lui-pugile-celesti. Il match è stato arbitrato da Gianni Lauricella, performer e critico d’arte di cui si ricordano le implacabili analisi sulle sfumature di rosso della giacca dell’ex governatrice del Lazio, Renata Polverini, perfetto emblema di donna che introietta l’uomo senza averne la minima coscienza. Il Match uomo-donna è risultato pari. Lei ha colpito quanto lui:ma ecco la sottile perfidia di Bielli palesarsi, palestrato deus ex macchina, ad imporre un match truccato, con lui inaspettato vincitore, bardato con una maschera deformato alla Mandrake e avvolto da un mantello viola elettrico. Una metafora zeppa di rigurgidi dell’età dei giochi ma il gioco condotto da Bielli, è serio e ludico insieme; ecco dunque il rito del pugilato s-corpo-rato e ri-creato, nelle innumerevoli varianti del gender, a considerare tutte le possibili declinazioni. Il “camp”-ionario, è temerario; pugili e pugilesse a darsele, per una autentica perità dei sessi. Il match ha scaricato energia a josa e Bielli, ha dato un’accelerata alla decifrazione del suo mondo di preziosi feticci, e di lucida ludicità.
Franco Di Matteo